25 milioni di euro per le aziende che investono in transizione digitale
Dal 15 al 28 aprile 2025 le PMI dell’Emilia-Romagna potranno presentare domanda per accedere al contributo a fondo perduto per la digitalizzazione. Un’opportunità da non perdere per ottenere risorse e adottare soluzioni tecnologiche avanzate per favorire il processo di transizione digitale.
Le domande saranno valutate con procedura a sportello, fino a un massimo di 500 richieste.
Chi sono i beneficiari?
Possono richiedere il finanziamento le micro, piccole e medie imprese attive, indipendentemente dalla forma giuridica. Sono ammesse sia le imprese iscritte al Registro delle Imprese sia i soggetti registrati unicamente al REA.
Per accedere al contributo, le imprese devono disporre di una sede legale e/o un’unità locale in Emilia-Romagna, dove saranno realizzati gli investimenti.
Sono escluse dal finanziamento:
- soggetti pubblici e imprese a partecipazione pubblica;
- imprese che operano esclusivamente nei settori della pesca, dell’acquacoltura e della produzione primaria di prodotti agricoli (Sezione A del codice ATECO).
Quali sono le attività finanziate?
Il contributo finanzia interventi finalizzati all’adozione di soluzioni e tecnologie digitali che migliorino la flessibilità, l’adattabilità, la sicurezza, l’efficienza e la produttività dei processi organizzativi, produttivi e di servizio lungo l’intera catena del valore e nelle filiere di riferimento.
Sono inoltre sostenuti progetti volti a favorire l’innovazione dei prodotti e l’adozione di modelli di business orientati alla sostenibilità ambientale e sociale.
Sono ammissibili le seguenti spese:
A. Acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, hardware e beni strumentali tangibili, inclusi quelli usati o ricondizionati, anche tramite leasing e/o noleggio.
B. Acquisto di licenze software o abbonamenti per l’utilizzo di software, nonché servizi in cloud computing e Software as a Service (SaaS).
C. Piccoli interventi edili, murari e di arredo strettamente funzionali alla realizzazione del progetto, fino a un massimo di 5.000 euro.
D. Servizi per la creazione, l’adattamento, la personalizzazione o la customizzazione di software, applicativi e siti web.
E. Consulenze specialistiche strategiche per la realizzazione del progetto, comprese le spese per gli assessment sul livello di maturità digitale prima e dopo l’intervento. Questa voce è riconosciuta fino a un massimo del 30% della somma delle spese A, B, C e D. Non sono ammissibili consulenze per la presentazione, la gestione della domanda e la rendicontazione delle spese.
F. Spese generali connesse alla realizzazione del progetto, riconosciute in misura forfettaria pari al 5% della somma delle voci A, B, C, D ed E.
Come funziona il contributo?
Il contributo è concesso in conto capitale e copre il 40% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 90.000 euro.
In presenza di uno o più dei seguenti requisiti, posseduti al momento della domanda, l’importo del contributo è elevato al 47% delle spese ammissibili:
- il progetto genera un impatto positivo sull’occupazione, favorendo l’acquisizione di nuove competenze nel settore ICT o nell’organizzazione aziendale;
- l’impresa è femminile e/o giovanile;
- l’impresa è in possesso del Rating di legalità;
- l’intervento viene realizzato interamente in una sede situata in:
a) aree montane;
b) aree svantaggiate incluse nella Carta nazionale degli aiuti di Stato a finalità regionale;
c) aree interne.
Non è cumulabile, per le stesse spese, con altre agevolazioni che costituiscono aiuti di Stato o che rientrano nel Regime De Minimis. Fanno eccezione le agevolazioni concesse sotto forma di garanzia dal Fondo Centrale e quelle destinate alla riduzione dei costi su finanziamenti, inclusi quelli a medio-lungo termine, finalizzati a favorire l’accesso al credito e la riduzione degli interessi.
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